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Roberta

Scacco all’influenza, alla stanchezza, alla debilitazione

Consiglio ristabil a tutti coloro che abbiano un genitore anziano, debilitato o convalescente. Al mio ha permesso di recuperare da una brutta influenza e tornare protagonista alla scacchiera.

Prendersi cura di qualcuno che amiamo è un piacere.

Sono felice di passare a cucinare per mio papà, qualche sera ogni tanto. Mi occupo anche di alcune piccole commissioni e controllo che la casa sia tenuta bene. Quando ha una visita o un controllo medico, io o mio marito lo accompagniamo sempre in macchina.

Ora che mia mamma non c'è più, lui non ha nessuno che gli dia una mano e io non ho certo intenzione di dimenticarmi di tutto quello che ha fatto per me fin da quando ero piccola.

E’ stato lui ad insegnarmi a giocare a scacchi: una grande passione che condividiamo. E sta insegnando anche a Beatrice, mia figlia. Lo ha sempre fatto con entusiasmo, fin da quando lei aveva 5 anni, tranne durante un brutto periodo che, per fortuna, alla fine siamo riusciti ad affrontare e superare.

Papà aveva preso una brutta influenza. Si sa che gli uomini tendono a ingigantire ogni malessere e a mettersi sotto le coperte con 36.8 di temperatura, a sperare che un miracolo possa guarirli… Mio padre però, per una volta aveva fatto eccezione: si era infilato a letto per diversi giorni con febbre effettivamente alta e dolori alle ossa.

Non si trattava più di passare da lui qualche sera a settimana e tenere in ordine la casa: in quel momento aveva bisogno di qualcuno che lo accudisse con molta più costanza.

Tutte le sere, subito dopo il lavoro, ero da lui. Non potevo occuparmi di Beatrice o delle faccende di casa nostra. Non che mio marito non si desse da fare, ma lasciare sulle sue spalle tutto quello che di solito facevamo in due, non era stato bello.

All’inizio avevo stretto i denti, sperando che l'influenza passasse il prima possibile. E, in effetti, dopo circa una settimana, le condizioni di mio padre erano migliorate: la febbre era scesa e i dolori si erano pian piano attenuati.

Ma qualcosa continuava a non andare. Papà faceva fatica ad alzarsi dal letto. Era debole, affaticato, distratto. Si trascinava dal letto al divano, e viceversa. Non frequentava più il Circolo degli Scacchi. E, anche peggio, aveva smesso di insegnare il gioco a Beatrice.

Io continuavo a passare tutte le sere: non avevo cuore di lasciarlo da solo, era così debole che temevo non mangiasse abbastanza.

“Nonno, stasera giochiamo?” - gli chiedeva Beatrice, quando mi accompagnava.

Ma lui scuoteva solo la testa e tornava a guardare la televisione. “Non mi sento bene, oggi.” - diceva. “Sono troppo stanco.”

E così, passavano i giorni. E le settimane. E le cose non miglioravano.

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Io davvero non ce la facevo più. Mi faceva male vederlo così. E poi ero stravolta: la mia vita era basata sul lavoro e sulla cura di mio padre. Non avevo più spazio per altro, e anche la mia energia si stava esaurendo. Non sapevo per quanto avrei potuto tirare avanti così.

Quando il nostro medico di famiglia era passato a visitare mio padre, gli avevo chiesto cosa potessimo fare per farlo uscire dal suo guscio. Il dottore mi aveva spiegato che non c’era nulla di particolarmente grave nelle condizioni di papà, ma che semplicemente stava affrontando una convalescenza lunga e lenta.

Possibile che non ci fosse un modo per “velocizzare” questo processo?

Fu così che il medico mi consigliò di far assumere a mio padre un integratore alimentare che aiutasse il suo organismo attraverso vitamine ed elementi naturali. E mi parlò di ristabil, una miscela contenente Vitamine del gruppo B dall’azione rinforzante, utile per rimettersi in forma dopo una malattia debilitante come l'influenza, Rosa canina fonte naturale di Vitamina C, e altri ingredienti come l’Eleuterococco, in grado di migliorare la concentrazione.

Fu quest'ultimo dettaglio a convincere papà: in fin dei conti, gli scacchi gli mancavano e voleva tornare a escogitare strategie vincenti contro i suoi rivali al Club.

Decise di prenderlo, e mai fece scelta migliore.

Qualche giorno dopo, passai con Beatrice a trovare papà. Quando ci aprì la porta, stringeva una torre degli scacchi tra le mani.

“Ero nel mezzo di una partita, care. Se non vi spiace, potete assistere.”

In casa c’era il Club degli Scacchi al completo. Tutti impegnati ad assistere alla partita. Così, passammo la serata intorno alla scacchiera. Mio padre muoveva i pezzi con precisione e calma: sembrava davvero un professionista. E non mancava di spiegare a Beatrice le sue mosse.

Ovviamente, la partita la vinse lui. Ma nessuno ci rimase male: erano tutti troppo felici di vederlo tornato in attività. Insomma, ristabil aveva funzionato.

A ripensarci oggi credo di essere stata un po’ sciocca a non prenderlo anch’io: avrebbe potuto darmi quella sferzata di energia di cui avrei avuto un gran bisogno. In fin dei conti, era stato un periodo durissimo anche per me! Ma per il futuro, saprò già a chi rivolgermi 😊

 

LA STORIA HA FINALITA’ DI COMUNICAZIONE PUBBLICITARIA.
Gli integratori alimentari non vanno intesi come sostituti di una dieta varia ed equilibrata e di uno stile di vita sano.
Prima dell’assunzione di ristabil chiedi il parere al tuo medico.